
La crisi economica mondiale, accompagnata dell’effetto del dumping cinese sul mercato dei
pannelli fotovoltaici, che ne ha ridotto decisamente i prezzi, ha investito indiscutibilmente il settore dell’energia solare.
A pagarne le conseguenze sono due gruppi industriali di rilievo a livello europeo, come
Siemens e
Bosch, che hanno annunciato ufficialmente Il loro ritiro dal settore, giustificato dalla costante contrazione della domanda.
Siemens, che per anni ha detenuto il primato per giro d’affari e dipendenti in Europa, interromperà le proprie attività nel
settore fotovoltaico già dalla primavera del 2014. Il danno maggiore per molti, che ha provocato il calo di ordinativi e dunque di lavoro, è stata la concorrenza sleale del mercato cinese, un vero ciclone per il settore.
L’ultimo tentativo di
Siemens di salvare il filone dedicato al solare, attraverso la sua vendita, è miseramente fallimento portando la notizia del triste epilogo, che vedrà circa 280 persone rimanere senza lavoro.
Stesso finale sembra debba toccare anche alla Bosch, gruppo tedesco altrettanto noto, che ha dichiarato la vendita o l’eventuale chiusura del suo ramo fotovoltaico, gestito attraverso la società
“Solar Energy”. In questo caso rischiano la loro occupazione ben 3000 persone.
Secondo i dati riportati dalla società di ricerca
IHS, nella seconda metà del 2013 la richiesta di impianti fotovoltaici calerà di oltre 1,3 GW, e i paesi europei che subiranno i maggiori danni saranno proprio Italia e Germania.
Da quanto stimato saranno invece
i paesi del Sol Levante a far registrare un boom nel settore, raggiungendo l’installazione di 15 GW in un solo anno.