
Il
MIT, acronimo di “Massachusetts Institute of Technology”, ha di recente ultimato uno studio riguardo le
celle fotovoltaiche basate sui punti quantici, constatando delle migliorie nel loro funzionamento rispetto al passato.
Della sperimentazione si è occupato e lo sta ancora facendo il Dipartimento di Ingegneria Elettrica e Scienze Informatiche dell’Istituto, composto da un team di ingegneri guidato dal dottorando
Joel Jean. Le nuove celle sono risultate più potenti rispetto al passato, anche se non sono ancora commercializzabili perché non vanno oltre il 5% d’efficienza.
Il loro punto di forza è uno strato di nanofili di ossido di zinco, posto fra una pellicola assorbente e i punti quantici, in grado di attrarre e assorbire la radiazione e di trasformarla in energia rinnovabile. Questo tipo di pellicola riesce a superare un problema classico dei creatori di celle solari: realizzare uno strato né troppo fine né troppo spesso che possa risultare il più produttivo possibile.
Inoltre si tratta di un prodotto poco costoso, sia perché la sua realizzazione non necessita di alte temperature, che per la possibilità di trovare in natura molti dei materiali di cui si compone. I ricercatori del MIT si sono posti l’obiettivo di portare l’efficienza delle nuove
celle solari a un valore maggiore del 10%, se così fosse probabilmente un prodotto low cost del genere potrebbe conquistare il mercato del fotovoltaico.
Per approfondire l’argomento è possibile trovare un report dello studio eseguito sulla rivista specializzata
“Advanced Materials”.