
Si parla insistentemente di
Quinto Conto Energia in questo periodo, benché i tempi forse non siano maturi e la scadenza naturale del Quarto sia ancora relativamente lontana.
Il ministro per lo Sviluppo Economico
Corrado Passera la riterrebbe l’occasione giusta per contenere i costi degli incentivi al fotovoltaico e alle altre fonti rinnovabili, a suo parere gravosi sulle bollette degli italiani.
La pensa diversamente il ministro dell’Ambiente
Corrado Clini, che invece ritiene più opportuno decurtare dalle scadenze mensili del contribuente i vantaggi di cui godono le acciaierie e gli aiuti al nucleare.
Le divergenze tra i due “Corrado” che rappresentano il governo in carica non si fermano qui. Clini dissente dal collega riguardo al fatto che l’utilizzo del fotovoltaico comporti principalmente oneri: al contrario, secondo lui è il
PIL a giovarsene, senza dimenticare il risparmio energetico nelle ore di luce.
E poi, gli impianti fotovoltaici favoriscono l’abbassamento del prezzo del
chilowattora, mentre il ricorso ai combustibili fossili per la produzione di energia diventa costantemente inferiore.
Il Quinto Conto Energia, dunque, prediligerebbe gli impianti meno ingombranti, suggerendo formule di autoconsumo, sia per le industrie che per i privati; inoltre, darebbe una spinta all’i
ntegrazione tra fonti di energia di uso consolidato e rinnovabili, con un occhio vigile su ogni possibile ottimizzazione recata da tecnologie in continua evoluzione, sempre più efficienti e all’avanguardia.