
Un gruppo di ricercatori
USA e ungheresi sta lavorando a una struttura di silicio esotico, il cosiddetto “silicio BC8”, che innalzerebbe l’efficienza delle celle solari sino al 42%.
Lo studio ha il suo quartier generale presso la
“University of California”, dove si sta cercando di elaborare un prototipo finale di pannelli solari molto più produttivi di quelli tradizionali. Questi ultimi non superano un’efficienza del 33% e il silicio “classico” è un materiale abbastanza caro.
Le celle fotovoltaiche in silicio infatti presentano il limite di non riuscire a generare, sfruttando l’irradiazione del sole, più di una
coppia elettrone-lacuna per ogni fotone ricevuto. Ciò mantiene ai livelli attuali la loro efficienza, senza potenziarla.
Il team di ricercatori USA però, di cui fa parte anche la professoressa di chimica
Giulia Galli, sta lavorando il silicio esotico per migliorarne il rendimento. In laboratorio, ha raccontato la docente italiana, attraverso delle
simulazioni virtuali è stata raddoppiata la coppia elettrone-lacuna per ciascun fotone ricevuto.
Stefan Wippermann, fra gli autori del progetto, ha confermato i risultati di tale operazione prevedendone persino un miglioramento:
“si è in grado di aumentare l’efficienza massima al 42 per cento, al di là di qualsiasi cella solare oggi disponibile. Se venissero impiegati specchi parabolici per concentrare la luce solare su questa nuova tecnologia, l’efficienza potrebbe raggiungere anche il 70 per cento”.